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C’est la vie …

Sin dai nostri primi passi il cammino si presenta difficoltoso.Sarà proprio il superare quelle difficoltà che lo renderà meraviglioso. “Sentiero per i Laghetti di Colbricon” Quando si è piccoli tutto ci sembra difficilissimo, ogni passo ci sembra un’impresa impossibile. Poi si cresce e si inizia a capire che il nostro cammino è possibile, molto difficile ma possibile. Ci sembra che per gli altri sia tutto semplice mentre per noi… Ma è quando si comincia a gustare i piccoli traguardi raggiunti che la strada diventa interessante. È quando si inciampa e poi ci si rialza che ci si rende conto della propria forza. È quando si combatte per le proprie convinzioni, malgrado tutto, che la vita ci fa assaporare il suo gusto nascosto. Sono i momenti bui superati che renderanno immensamente preziosi i momenti di luce. Sono le difficoltà che temprano l’animo! Domani comincia un nuovo anno, un nuovo viaggio… Allora vi auguro buon cammino, e ricordate: siete voi gli artefici di voi stessi!

La Strada

Siamo sempre preoccupati di visualizzare mentalmente una meta, un posto dove arrivare…Pensare che basterebbe concentrarsi sul primo passo da fare per togliersi da dove siamo e godere del cambiamento. “Sengio Rosso” – Lessinia Spesso mi ritrovo a percorrere sempre gli stessi percorsi fatti decine di volte, vuoi per accompagnare un amico oppure semplicemente perché capita. La cosa meravigliosa è che ci vedo sempre qualcosa di diverso dalle volte precedenti. Un sasso di forma particolare, l’andamento di una stradina, la chioma di un albero… A volte anche solamente la compagnia di uno stato d’animo totalmente diverso dal passato cambia il tutto completamente. Un tempo percorrevo i sentieri con un passo troppo veloce! Raggiungere la meta il più in fretta possibile era l’unico scopo. Una specie di gara contro il tempo, insomma. Poi il tempo ha portato la lentezza necessaria per godere del viaggio… e la meta è diventata irrilevante. La “cultura” del compiere le nostre azioni lentamente, di gustarne lo svolgersi, è una cultura che non ci appartiene. Dovremmo imparare a farlo sempre… anche quando camminiamo. Siamo così “abituati” a correre che ci perdiamo il viaggio! Quel viaggio che inizia quando fai il primo passo per spostarti da dove sei e

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Non perdiamo la capacità di meravigliarci di ciò che ci circonda… “I Calieroni” – Valstagna – VI Abbiamo la necessità di andare lontano per trovare luoghi fantastici, panorami indimenticabili… Abbiamo perso la capacità di meravigliarci delle cose che abbiamo vicino… Come abbiamo perso la capacità di meravigliarci delle cose che abbiamo dentro! E’ importante tornare a “vedere” le cose meravigliose che abbiamo tutto intorno, quelle piccole cose quotidiane che diamo troppo spesso per scontate. Dobbiamo tornare a gustare il profumo dell’erba appena tagliata, il contatto della terra sotto ai nostri piedi, fermarsi ad ascoltare il chiacchierio dell’acqua in un torrente, la carezza del vento sulla pelle. Siamo fatti di emozioni e dobbiamo tornare alle cose semplici, all’essenziale. «Al termine della giornata, chiediti sempre quanto sei riuscito a sorridere nei momenti difficili.Quanto sei riuscito ad apprezzare le piccole cose.Quanto hai riso di te stesso e quanto amore sei riuscito a donare a chi ne aveva bisogno,ma soprattuttoquanto sei stato grato per ogni attimo trascorso.» (𝒹𝒶𝓁 𝓁𝒾𝒷𝓇ℴ_ 𝘐𝘭 𝘷𝘪𝘭𝘭𝘢𝘨𝘨𝘪𝘰 𝘥𝘦𝘪 𝘮𝘰𝘯𝘢𝘤𝘪 𝘴𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘵𝘦𝘮𝘱𝘰)

Arrivederci Cornedo!

Esposizione Fotografica Villa Trissino – Cornedo Vicentino 26/05 – 11/06/2023 Domenica 11 giugno 2023 si è conclusa una nuova ed entusiasmante esposizione fotografica “Società & Umanità”. Non è mai semplice esporre, ed esporsi, davanti a tanta gente. L’impegno per preparare il materiale, la tensione dell’apertura, il rapportarsi con tanta gente diversa… Quello che ripaga tutti i nostri sforzi, il nostro impegno a fare sempre meglio, siete voi! Voi con le vostre impressioni, con le vostre lacrime in equilibrio sul bordo delle ciglia… Voi con la vostra voglia di rispecchiarvi nelle immagini che avete davanti, con la voce rotta dall’emozione… Voi che ci ringraziate per avervi dato modo di riallacciare un dialogo interiore con voi stessi… Io, da parte mia, volevo solo ringraziarvi per tutto quello che mi avete regalato, per quel rapporto umano che abbiamo costruito assieme, per tutte le emozioni che mi avete fatto vivere… e se, per caso, mi è “scappato” un abbraccio scusatemi, a volte le mie parole non sono sufficienti per esprimere ciò che provo… GRAZIE DI CUORE A TUTTI !!! Immagine precedente Immagine successiva Qui trovate l’articolo di ringraziamento del mio amico Claudio Barbessi con cui ho avuto il piacere di condividere l’ennesima bellissima avventura: https://www.sguardidautore.it/grazie-cornedo/

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Val di Rabbi

“- Che fai di bello quest’estate? Dove vai di bello in ferie? – vado al mare, giusto qualche giorno, ho bisogno di rilassarmi…” … ma se ho bisogno di rilassarmi non posso andare al mare!!! Se ho bisogno di rilassarmi devo andare in montagna, non al mare… … ho bisogno di sentire il vento fresco che mi spettina i pensieri. Quel vento ostinato e impertinente che soffia fino ad entrarti dentro liberando la mente. … ho bisogno di sentire la debolezza del mio corpo sotto il peso dello zaino, il pianto dei miei muscoli che inzuppa i vestiti e la forza della mia volontà che vince tutto questo. … ho bisogno di sentire che, malgrado tutto, sono stupendamente vivo! Malga monte sole alta (2053 mt) – Nikon D610, obbiettivo 60 f/2.8 (foto ottenuta dall’unione di 3 scatti) – Scatto presente nella galleria Landscapes – Malga monte sole alta (2053 mt) – sauna con vista panoramica – Nikon D610, obbiettivo 60 f/2.8 – Scatto presente nella galleria Landscapes – Alla disperata ricerca di una cartolina Ditemi che la ricordate anche voi. Parlo della sensazione della carta sotto le dita. La delicata carezza di voltare una pagina non retro illuminata… E il

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Kalipè

Kalipè è una parola che non ci appartiene.  Una parola che non troviamo sul nostro vocabolario. Una parola che arriva da molto  lontano.  Una parola che da noi non ha una propria traduzione letterale. Una parola che racchiude un concetto, un modo di vivere. Kalipè è un augurio usato nelle zone himalayane che si può interpretare cosi: ” che tu possa camminare sempre a passo corto e lento”. Oltre ad essere la parola che non ci appartiene, non ci appartiene neppure il concetto. Noi, così abituati alla nostra frenesia, così assuefatti a questo modo frettoloso e vuoto di vivere, non ci accorgiamo di vivere poco o niente. Impariamo a camminare con un passo corto e lento… impariamo a vivere il tempo, e non a riempirlo di un numero infinito di cose vuote… regaliamoci il tempo di gustare quello che abbiamo attorno… regaliamoci il tempo di viverci!    Kalipè!     …ti sei mai fermato lungo un ruscello, nel punto in cui l’acqua fa un piccolo salto? …ti sei mai seduto ad ascoltare il chiacchiericcio sommesso delle goccioline? …hai mai goduto delle loro risate quando si tuffano a testa in giù dal punto più alto? Provaci…siamo fatti di attimi…di piccoli particolari…

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Sali o scendi?

Sei mai andato a camminare in montagna da solo? Lo so, tutti dicono che è pericoloso, che non bisogna farlo. E’ verissimo! Ma io devo. Lo devo fare, a volte, per sopravvivere… Non è una sfida con qualcuno, o una dimostrazione di coraggio, è… bisogno di ritrovarsi, di riscoprirsi! Ogn’uno di noi ha il proprio modo di “parlare” con se stesso, questo è il mio! La fatica del salire, zaino in spalla, per quei sentieri che non conosco mai abbastanza, mi catapulta in un viaggio interiore fino ai più profondi meandri del mio essere.   Più salgo, di tornante in tornante verso la cima, più scendo, di girone in girone verso il mio abisso… tanto che non distinguo più se il fiato sempre più corto e il ritmo sempre più frenetico del cuore siano dati dallo sforzo fisico o da quello interiore. Quando parto per questi viaggi ho sempre un po’ di paura di non ritornare, paura di non riuscire a raggiungere quella pace necessaria a poter tornare “vivo” di quella vita di cui ho bisogno come dell’aria che respiro, come del battito del mio cuore… non sono fatto per sopravvivere! Campofontana e contrada Pagani – Nikon D610, obbiettivo 60 f/2.8

Val Brenta

… spesso scegliamo la comodità a discapito della bellezza! La bellezza ha bisogno di sacrificio e di coraggio per essere vissuta… Salendo da Costa verso l’altopiano dei sette comuni per il sentiero Cai 787, che porta a Valgoda, si può godere di un’ottima visuale sulla valle del brenta. Questo vecchio sentiero, usato sia per la transumanza che per raggiungere i vari terrazzamenti coltivati a tabacco ancora visibili sulla parte bassa, è stato rimesso in sesto durante la Grande Guerra per essere usato come collegamento tra la valle e l’altopiano. A noi rimane la testimonianza di un passato di sacrificio dove le genti, pur di sopravvivere, strappavano fazzoletti di terra ad un ambiente ostico, e nello stesso tempo favoloso. – Foto ottenuta dall’unione di tre scatti orizzontali a mano libera, Nikon D610, obbiettivo 60 f/2.8 AF micro nikkor – Scatto presente nella galleria Lanscapes – Nella foto si possono vedere gli abitati di Costa (destra brenta) e San Marino (sinistra brenta) in primo piano. Scendendo poi si incontrano gli abitati di Giara Modon, Sasso Stefani, San Gaetano e, in fondo tra la nebbia , Valstagna. … e lo trovi sempre un cuore in equilibrio sulla tua strada… – Nikon D610, obbiettivo

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